Tavola rotonda -
Espressioni dell'Associazionismo tra Valori e progettualità Roma 25 Febbraio 2011

 

W.o. = M.e N.

di Daniela Troina Magrì

Ringraziamenti e saluti  iniziali

Quando Tina Paladini un paio di mesi fa mi propose di partecipare a questa interessante tavola rotonda sui valori e la progettualità dell’associazionismo capii subito che la sfida sarebbe stata quella di condensare in pochi minuti l’enorme quantità di idee, esperienze, progetti che coinvolgono un tema così centrale della nostra società.

La prima sfida è stata quella di trovare un titolo sintetico per il mio intervento così ho coniato l'acronimo W.o. = M.e N. (We offer Mentoring e Networking)  per cercare di condensare anche visivamente quello io credo debba essere lo spirito dell’Associazionismo del “terzo millennio”. Due sono i punti su cui vorrei soffermarmi stasera:

1) Uomini e Donne nell’Associazione

Un associazionismo efficace si basa sulla collaborazione e integrazione di uomini e donne.

2) Uomini e donne in rete in un’Associazione, in rete con altre Associazioni

Un’associazione efficace, superato ogni genere di campanilismo, deve stimolare un networking a più alto livello che promuova l’integrazione di associazioni diverse e produca beni relazionali il più importante dei quali io credo sia il Mentoring. 

 

1)   Uomini e Donne nell’Associazione

Women e Men. Sono le donne e gli uomini che fanno l’associazionismo. Si ritrovano ad associarsi persone accomunate da affinità di pensiero, interessi culturali e/o sociali, valori. Sono persone che hanno abbattuto le “cortine di ferro contro ogni fede”, si sono liberate dagli alibi che bloccano la stragrande maggioranza delle persone e si mettono in gioco, lavorano, indipendentemente da quella che può essere la peculiarità della missione specifica, per realizzare progetti positivi. 

In Wo = MeN, ho inserito quei due trattini di congiunzione, per rappresentare questo nuovo spirito associazionistico, che superate le distinzioni di genere che hanno caratterizzato la stragrande maggioranza delle associazioni nate all’inizio del secolo scorso pur animate dallo stesso spirito di servizio nei confronti della società (si pensi ai Lions e Rotary di qualche decennio fa, esclusivamente maschili da una parte e ad esempio la fondazione Bellisario, la FIDAPA /BPW esclusivamente femminili), oggi mira ad un’attiva collaborazione tra uomini e donne nell’affrontare i problemi della società incluso le problematiche di genere.

Cosa c’è di nuovo oggi?

Siamo passati dalla società delle “O” alla società delle “E”. Ho partecipato proprio ieri con piacere e profitto a un workshop presso la FederManager. Hubert Jaoui, guru della creatività applicata, concludendo la sua lezione magistrale sull’empowerment e sulla leadership ha così sintetizzato il cambiamento epocale che stiamo vivendo: il passaggio dalla “O”, che ha caratterizzato il periodo di stabilità, alla “E”, simbolo di cooperazione che dovrebbe caratterizzare tutti i meccanismi operativi di una società in continuo cambiamento come la nostra attuale.

   

2) Uomini e donne in rete in un’Associazione, in rete con altre Associazioni

Il livello di networking che si realizza all’interno di un’associazione è ovviamente il primo passo. In un mondo così globalizzato, tecnologicamente avanzato, così bisognoso allo stesso tempo di integrazione e collaborazione, il reale successo, in termini di risultati, dell’associazionismo dipenderà dalla capacità di dialogo, integrazione e complementarietà tra associazioni diverse: la capacità di realizzare un networking di secondo livello, se così si può dire.

 Ecco allora il perché ho incluso nell’acronimo due parole: Mentoring e Networking.

La sfida odierna si vincerà grazie alla capacità di fare rete in modo diverso.

 Non è un caso che anche il Forum PA di quest’anno  abbia come tema la rete. 

Grazie anche a Tina perchè con l’evento di oggi ha dato una prima risposta concreta  a questa esigenza.

Capacità di fare rete significa costruire, creare Beni relazionali.

 Il premio Nobel Amartya Sen in “Sviluppo e libertà” Mondadori 2000 afferma che la crescita dei beni relazionali e del capitale sociale è un fattore chiave per lo sviluppo, inteso come aumento della libertà positiva (nel senso di abilitare le potenzialità dei cittadini) e, quindi della qualità della vita e, in una parola, della Libertà.

I beni relazionali sono beni caratterizzati dalla gratuità.  Il concetto è stato introdotto una ventina di anni fa. Carole Uhlaner li definisce come beni che possono essere posseduti solo attraverso intese reciproche che non possono essere prodotti né consumati e quindi acquisiti, in modo solitario da un solo individuo, perché dipendono dalle modalità di interazione con gli altri e possono essere goduto solo se condivisi.

Io credo che il Mentoring sia il “principe” dei beni relazionali: l’opportunità di mettere a frutto esperienze e capacità per crescere e far crescere le persone.

La Parola Mentoring deriva da Mentore.  La parola mentor (mentore) proviene dall’Odissea: quando Ulisse partì per la guerra di Troia affidò il figlio Telemaco all’amico Mentore perché gli facesse da precettore.  Mentoring è diverso da coaching. Mentre il coacher (allenatore) si focalizza sulle tattiche di lavoro per un rapido raggiungimento dei risultati operativi di breve termine, il mentor ricorre all’esperienza per aiutare un altro individuo, il mentee, ad avere successo in azienda e nella vita, il che comporta che nel mentoring si instauri un dialogo ed un’intesa più personale; rappresentando il mentor un consigliere saggio, fidato e onesto.  Dal mentoring traggono vantaggio sia il mentor che il mentee essendo un’esperienza di formazione a due vie che genera innumerevoli benefici nello sviluppo professionale, personale e manageriale per entrambi.  Ecco il bene relazionale!

L’attuazione di programmi di Mentoring  richiede passione ed energia. Credo che questa debba essere la propensione di ciascun associato.

Riferimenti a progetti di mentoring - Lealmente

Oggi purtroppo più che mai all’associazionismo è affidata la barra del timone di una società che per vari motivi ha perso la rotta. Dico purtroppo, perché sono convinta che lo spirito di servizio di cui si fa portavoce e agente l’associazionismo (e il volontariato in generale) dovrebbe informare la quotidiana attività economica, politica, manageriale di tutti noi. Non è così, in particolare c’è una parola che è uscita dal lessico, dalla mente e dal cuore del mondo lavorativo, economico, politico, aziendale ed è la parola rispetto, rispetto verso gli altri ma anche verso se stessi, verso la propria dignità di uomini.

A tutti voi, alle vostre associazioni, a tutti noi, l’augurio di portare avanti assieme con passione ed energia, idee e azioni che ci facciano convergere verso un unico comune obiettivo: quello di rimettere sulla giusta rotta questa nostra travagliata società. 

 www.danielatroina.it
info@danielatroina.it 

 

Battito d’ali  

Cortine di ferro 

contro ogni fede,

gli alibi proteggono

la tua insicurezza.

 

Ti trastulli parlando

dei Papi delle crociate

dei manager dell’ingiustizia

dei politici della corruzione.

 

Svegliati!

 

Non lasciare che in un battito d’ali

il tuo cuore si fermi

risucchiando nel silenzio

tutti i tuoi alibi.

 

 

Pubblicata  in

Daniela Troina Magrì

Ehi boy!..and girls Attualità e futuro tra arte e poesia

ed Gangemi 2010

 

                                                              

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